Pubblicazioni
Il fascicolo 1 del 2019 della rivista Horti Hesperidum raccoglie gli atti delle giornate di studi (Roma, palazzo Spada, 13-14 marzo 2018) «Quegli ornamenti più ricchi e più begli che si potesse fare nella difficultà di quell’arte». La decorazione a stucco a Roma tra Cinquecento e Seicento: modelli, influenze, fortuna, curati da Serena Quagliaroli e Giulia Spoltore.
I contributi sono il frutto di un lavoro seminariale di durata triennale che ha visto coinvolti dottorandi e dottori di ricerca di università italiane e straniere.
I casi di studio raccolti sono accumunati da una specifica attenzione verso lo stucco e il suo impiego nella decorazione. Lo studio dell’uso di questo materiale, per molto tempo negletto e relegato tra i parerga ornamentali, ha fornito un’inedita prospettiva dalla quale rileggere la storia di importanti cantieri decorativi, consentendo di avanzare e confermare nuove ipotesi sulla circolazione dei modelli e delle maestranze e di rivedere, sotto nuova luce, lo sviluppo diacronico della decorazione tra Cinquecento e Seicento. Dal punto di vista topografico, Roma è al centro dell’indagine, anche se pari attenzione viene riservata ad altre realtà in rapporto di dipendenza o di reciproca influenza con essa. Cronologicamente, l’analisi muove dalla riscoperta della tecnica dello stucco bianco per arrivare all’avvio della grande stagione decorativa barocca.
Il volume è consultabile on-line:
INDICE
STUDI E RICERCHE
Le decorazioni a stucco nella Regione dei laghi: un progetto per lo studio delle tecniche artistiche
(Giacinta Jean, Alberto Felici, Marta Caroselli, Giovanni Nicoli)
La ricerca archivistica per lo studio delle decorazioni a stucco della Regione dei laghi
(Lucia Aliverti)
L’epistolario della famiglia Pozzi e altre carte: scoperte e delusioni nella ricerca documentaria sugli stuccatori
(Anastasia Gilardi)
L’operato dello stuccatore Antonio Roncati (1638 ca-1712) di Meride al di qua e al di là delle Alpi Svizzere
(Edoardo Agustoni)
Dalla Vipera gentile al Leone di San Marco. Un’avventura degli stuccatori dei laghi tra Venezia e Udine alla fine del XVIII secolo.
Angelo Pujatti: uno stuccatore ritrovato tra villa Lippomano a San Vendemiano e Palazzo Sarcinelli a Conegliano
(Francesco Amendolagine, Stefano Noale, Lisa Privato)
Stuccatori ticinesi e barocco romano: Giuseppe Bernascone e soci nel cantiere borrominiano di San Carlino alle Quattro Fontane. Rilettura tecnica delle fonti documentarie
(Carla Giovannone)
La policromia negli stucchi genovesi tra tardo Manierismo e Barocco
(Stefano Vassallo)
CONSERVAZIONE E RESTAURO
La chiesa di Sant’Eusebio a Castel San Pietro. Le ragioni e i criteri del restauro in corso
(Lara Calderari)
La chiesa di Sant’Eusebio a Castel San Pietro. Studi, conservazione, cantiere di restauro
(Francesca Albani)
La chiesa di Sant’Eusebio a Castel San Pietro: cantiere pilota. Metodi di consolidamento, rimozione dei sali e pulitura
in presenza di epsomite
(Massimo Soldini)
La chiesa di Sant’Eusebio a Castel San Pietro. Interventi di consolidamento e stuccatura con prodotti a base
di nanocalci
(Christina Otth, Virginia Mantovani)
La pulitura degli stucchi: due casi studio
(Lucia Derighetti)
L’intervento di restauro degli stucchi dell’oratorio Imbonati a Cavallasca
(Alberto Felici, Giovanni Nicoli, Marta Caroselli, Stefania Luppichini, Eleonora Cigognetti, Anna Dottore)
“Dell’apparente inevitabilità delle integrazioni”. Alcuni interventi sugli stucchi in Piemonte
(Tiziana Sandri)
Per ulteriori informazioni si veda: https://www.nardinieditore.it/prodotto/stucchi-stuccatori-conservazione/
Una storiografia ormai ampia studia da dieci decenni l’opera dei magistri dei laghi di Lombardia, in particolare del Comasco e del Luganese, nell’intera Europa, perlomeno dal xv al xix secolo. Degli artisti, pochi, e artigiani, innumerevoli, gli storici dell’arte rievocano, attraverso i materiali d’archivio residui e le realizzazioni superstiti, le consorterie, le botteghe, gl’itinerari, le fortune – o traversìe –, gli stili. Solo di recente invece una corrente s’è volta all’indagine dei loro profili più individuali e comunitari, evidenziandone vicende personali e famigliari, dinamiche sociali, lasciti patrimoniali, basandosi specie su atti pubblici, resoconti, cronache, peraltro rari e in genere poco espliciti. In questo senso, l’occasionale ritrovamento del Libro delli Dinari di Giovanni Domenico Lucchese – un registro contabile autografo per il periodo 1648-1665 e di mano del lontano cugino Bartolomeo Lucchese per quello 1665-1670 – si rivela contributo di eccezionale interesse. Dalle pagine del libro mastro di quell’apprezzato stuccatore, nativo di Melide e attivo nei territori delle Corone absburgiche, non solo si ricavano infatti informazioni su una vivace gestione di denari e beni, ma si colgono squarci di vita di un borgo e dei suoi abitanti; dettagli per una comparazione delle disponibilità private e collettive di una doviziosa famiglia di fabbricieri e di decoratori della regione del Ceresio, la più rappresentativa, nel settore, dell’attuale Ticino; notazioni sui rapporti interpersonali, in primis con il fratello Filiberto Lucchese, celebre architetto e ingegnere. Il documento dunque, oltre al valore intrinseco per la quasi unicità, finisce per rivestire un significato più ampio per la ricerca, ed esattamente in quest’ottica si indirizza la presente edizione critica.
Sommario
Saluto del sindaco di Melide, di Angelo Geninazzi
Un libro di conti e di racconti, di Enzo Pelli
Giovanni Domenico Lucchese: la migrazione artistica attraverso il prisma di un libro contabile, di Jana Zapletalová
Ringraziamenti
Abbreviazioni e sigle
I. Giovanni Domenico lucchese e la sua famiglia, di Jana Zapletalová
II. «... Vstrimentti e pagamentti diuersi». cenni su una solida economia domestica, di Marino Viganò
III. Due fratelli oltralpe: Giovanni Domenico e la rete artistica di Filiberto Lucchese, di Jana Zapletalová
IV. «Et mi a ritornato a dare in dietro alchuni soldi». La lingua del «libro delli dinari», di Giovanna Ceccarelli
V. Trascrizione del «libro delli dinari», a cura di Marino Viganò
VI. Appendice
Genealogie, di Jana Zapletalová
Regesto biografico, di Jana Zapletalová
Documenti, a cura di Marino Viganò
Elenco di misure e monete, di Marino Viganò
Fonti
Bibliografia
Summary
Resumé
Indice dei toponimi
Indice dei nomi di persona
Crediti fotografici
Per ulteriori informazioni si veda:
Il volume ritesse la trama delle vicende di Giulio Mazzoni (Piacenza 1518/1519-1590), pittore, stuccatore e scultore ricordato da Giorgio Vasari in un breve medaglione biografico che ne elogia la versatilità e le abilità nelle diverse arti. Mettendone in luce la poliedrica personalità rispetto a quella dei protagonisti della decorazione nell’età della Maniera con cui si trovò a contatto più o meno diretto – Giorgio Vasari, Perino del Vaga, Daniele da Volterra, Michelangelo – se ne ricostruisce il catalogo delle opere e si rende ragione della posizione di grande prestigio raggiunta a Roma e nel ducato farnesiano. L’analisi dei documenti, delle fonti e della letteratura critica, affiancata all’esame autoptico delle opere superstiti, studiate con il sussidio della documentazione di restauro, capovolge la consolidata lettura di un artista nato come scultore in marmo e solo in un secondo tempo passato alla pittura e alla pratica dello stucco, suggerendo una nuova prospettiva interpretativa. Del tutto ripensate sono le prime esperienze di Mazzoni accanto a Vasari, la sua posizione nella bottega dell’aretino e il comune soggiorno a Napoli del 1544-1545, così come il forte legame che unì i due artisti sino alla morte. Novità emergono anche in merito all’apprendistato con Daniele da Volterra e alle successive relazioni intrattenute, nella Roma degli anni Sessanta e Settanta, con gli allievi e collaboratori di quest’ultimo. La maggiore impresa di Mazzoni – la campagna decorativa del palazzo di Girolamo Capodiferro – è analizzata attraverso una disamina capillare che, oltre a illuminare i modelli e le responsabilità progettuali di Giulio, mira a restituire la composizione e il funzionamento dell’intero cantiere architettonico-decorativo. Il percorso di Mazzoni così ricostruito offre un punto di vista utile per ripensare le vicende della grande decorazione del Cinquecento a Roma – fondata sulla sinergica unione dei diversi media: pittura, stucco, scultura – e la diffusione fuori dall’Urbe.
Il volume è pubblicato in collaborazione con il Centro Studi per la Storia dello Stucco in Età Moderna e Contemporanea e con il sostegno del FNS-Fondo Nazionale Svizzero per la Ricerca Scientifica (n. 10BP12_208285).
Si veda al sito:
Il volume si propone di essere un primo avvio allo studio sistematico dell’arte dello stucco a Piacenza tra Cinquecento e Settecento, ossia tra il secolo della riscoperta del cosiddetto stucco bianco “all’antica” e la grande stagione barocca. Quasi tre secoli in cui uno straordinario patrimonio di opere plastiche ha arricchito chiese e palazzi della città, nonché molte delle ville della campagna. Nel territorio più occidentale del ducato farnesiano innumerevoli sono le testimonianze degne di approfondimento, sebbene risultino piuttosto trascurate dagli studi e in condizioni di conservazione non sempre ottimali. Unendo alla ricerca storico-artistica gli esiti di alcune significative campagne di restauri, il volume intende offrire una più matura consapevolezza della consistenza di questa tipologia di produzione artistica e una maggiore messa a fuoco dell’intensa ed estesa attività delle molte famiglie e botteghe di stuccatori locali o forestieri, e tra questi ultimi dei numerosissimi artefici provenienti dai territori degli attuali Canton Ticino e alta Lombardia.
INTRODUZIONE - Anna Còccioli Mastroviti, Susanna Pighi, Serena Quagliaroli p. 15
LO STUCCO NEL CINQUECENTO A PIACENZA. FRAMMENTI DI UNA STORIA, TRA SPLENDORE DUCALE E DEVOTA MAGNIFICENZA - Serena Quagliaroli p. 21
LA DECORAZIONE A STUCCO NEGLI EDIFICI RELIGIOSI PIACENTINI. IL SEICENTO E IL SETTECENTO - Susanna Pighi p. 51
APPARATI A STUCCO PER IL TRIONFO DEL CASATO. IL SEICENTO E IL SETTECENTO - Anna Còccioli Mastroviti p. 91
CONSIDERAZIONI SULLA CONSERVAZIONE E LA TUTELA DEGLI APPARATI A STUCCO - Cristian Prati p. 129
BIBLIOGRAFIA p. 147
Lo stucco nell'età della Maniera
a cura di A. Giannotti, S. Quagliaroli, G. Spoltore, P. Tosini
INDICE
Premessa di Alessandra Giannotti, Serena Quagliaroli, Giulia Spoltore, Patrizia Tosini
Italia Settentrionale
Marcello Calogero, Appunti per lo stucco «de marmoro» a Bologna nei primi decenni del Cinquecento (con un’ipotesi su Baldassarre Peruzzi)
Marco Campigli, Mantova prima di Genova. Per gli inizi di Niccolò da Corte
Luca Siracusano, Statue in stucco nelle chiese venete: due asterischi per Iacopo Sansovino e Bartolomeo Ammannati
Grégoire Extermann, Tra Roma e Genova. Il contributo di Galeazzo Alessi e Giovanni Battista Castello alla decorazione in stucco
Serena Quagliaroli, Ornare il ducato: decorazione in stucco e plasticatori a Parma e Piacenza nella seconda metà del Cinquecento
Valentina Balzarotti, Stucco e decorazione da Tibaldi ai Carracci nella Bologna di Gabriele Paleotti
Michele Maccherini, Luca Pezzuto, Un’apertura sul problema dello stucco in Abruzzo nel XVI secolo
Giulia Spoltore, La decorazione in stucco della cappella Landi in Santo Spirito in Sassia a Roma
Alessandra Giannotti, «Fogliami et figure di stucco» : le imprese di Giorgio Vasari per il cortile di Michelozzo a Palazzo Vecchio
Patrizia Tosini, Stuccatori fiorentini a Roma nel secondo Cinquecento: indagini sui fratelli Parentino, Ferrando Fancelli e Giovanni Antonio Dosio
Chiara Violini, Paolo Violini, Il cantiere di Cristoforo Roncalli in due cappelle romane: osservazioni alla luce degli ultimi restauri
Giampaolo Chillè, «Et antiquum documentum novo cedat ritui». Jacopo del Duca e la decorazione in stucco della cappella del Santissimo Sacramento nel Duomo di Messina
Alessandro Delpriori, Il laboratorio fabrianese: aperture e ipotesi per l’attività plastica di Giuseppe Bastiani
Laura Teza, La decorazione in stucco del portico della Basilica di San Pietro in Vaticano: le ragioni di una scelta
Abstracts 274
Bibliografia generale, a cura di Damiano Delle Fave
Indice dei nomi, a cura di Angela Cimino, Sofia Magrini
Indice dei luoghi, a cura di Angela Cimino, Sofia Magrini